L'APTE vi invita a visitare la mostra permanente di Maranola, P.za Maggiore
(frazione di Formia - LT)
In
un suggestivo scenario, ai piedi dei monti Aurunci con alle spalle Monte Altino,
nel centro medioevale di Maranola
di Formia, in un vicolo che è stato sempre il ritiro dei bambini e
centro operoso di vita contadina è stata allestita la mostra permanente di
Pinocchio.
Il
mitico burattino, tanto caro alla nostra infanzia si presenta in veste moderna,
è diventato un ragazzo del 2000 che digita al computer, che esercita le
professioni più moderne e attuali, che nel tempo libero balla, canta, suona, si
diverte allo stesso modo dei nostri giovani. Pinocchio “intellettuale”
legge, infatti, ha a disposizione migliaia di libri scritti in quasi
tutte le lingue del mondo, a volte anche tradotti nei vari dialetti regionali,
inoltre dispone di libri
antichi, molti dei quali introvabili o rari. Pinocchio lavora con
l’antico aratro che viene tirato dal suo asinello con cui per tanto tempo ha
diviso il duro lavoro dei campi. Il “Lavoro”, in tutte le sue svariate
sfaccettature è magistralmente rappresentato: il contadino che si reca in
campagna, il fabbro, l’arrotino, il “caldarrostaro” , il pescatore, il
falegname, il calzolaio, il muratore sono rappresentati nei minimi particolari.
Visitare
la “casa di Pinocchio” significa rivivere i ricordi più genuini
della nostra infanzia. Seguire le varie fasi della storia di Collodiana memoria,
con un burattino che aspira a diventare bambino è per tutti un momento di
autentica gioia, per molti di intima nostalgia, specialmente per coloro che
hanno trascorso da alcuni anni la fase dell’infanzia ed ora nel delicato ruolo
di genitori o di nonni nostalgici desiderano riviverla accanto ai loro figli e
nipoti, perché il messaggio che Pinocchio vuole trasmettere è proprio quello
di avvicinare queste diverse generazioni: i nonni e i nipoti.
Ristabilire
questo giusto rapporto con i nostri anziani, passare in rassegna i loro giochi e
giocattoli fatti di povere cose: con legno di fortuna, ritagli di stoffa,
bottoni, conchiglie, cimeli di strame, di vecchie scatole di latta per costruire
il telefono, e fargli convivere con i moderni giocattoli quasi sempre
robotizzati, parlanti, quasi sempre molto costosi che non offrono molte
possibilità di inventiva ai bambini di oggi: è proprio questo lo scopo di fare
una carrellata sul tema “il gioco”.
Il
visitatore attento non può non soffermarsi sulle varie ”espressioni” e
atteggiamenti di Pinocchio burattino. Il senso di “sorpresa” che Pinocchio
mostra nel vedersi allo specchio le famose “orecchie”, il dolore che legge
nel suo viso quando si reca a piangere sulla tomba della Fatina, il
“pentimento” nell’apprendere tristi notizie di suo padre Geppetto, di
spensieratezza e gioia quando si accompagna al gatto e alla volpe trapelano da
questi personaggi se bene tanto stilizzati.
Pinocchio,
seduto nel vecchio banco di legno, con la cartella di cartone, con il grembiule,
il nastro e la penna ad inchiostro è stata la grande attrattiva di centinaia di
bambini, ragazzi e di intere scolaresche che hanno scelto di visitare Pinocchio
in questa sua vecchia casa, in un vicolo qualsiasi di un minuscolo paese che va
rivalutando sempre di più le sue radici culturali. Un affetto particolare lega
Franco Viola agli alunni delle scuole di Formia che sono stati i primi
“illustri visitatori” della mostra e al tempo stesso i primi critici che con
i loro consigli, il loro entusiasmo hanno dato una ulteriore carica ad un uomo
non più giovane, anzi decisamente della terza età, che umilmente , alla buona,
senza toni cattedratici ma con molta saggezza vuole riproporre un dialogo tra
nonni, quale lui è, e i nipoti, tra i giovani e i meno giovani, vuole
riscoprire l’amicizia e l’affetto, i sentimenti più autentici della vita.
Prof.ssa Michelina Piccolino
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