Pinocchio liberato dalla prigione….. si avvia per tornare a casa; ma lungo la strada
trova un serpente orribile,…. E poi rimane preso alla tagliola…
I sogni brutti dei ragazzi del mondo contadino.
Pinocchio andava a salti come una lepre ….attraverso ai campi e ai vigneti…..andava via come una palla di fucile.
Pinocchio corre perché rincorso dai carabinieri, dal serpente, dagli assassini, da un grosso cane mastino. A Franco Viola, queste corse fanno ricordare la sua infanzia nei pressi di Montecassino quando correva per andarsi a rifugiare nelle grotte durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Pinocchio piange la morte della bella Bambina dai capelli turchini: pianse tutta la notte, e la mattina dopo, sul far del giorno, piangeva sempre, sebbene negli occhi non avesse più lagrime; e le sue grida e i suoi lamenti erano così strazianti e acuti, che tutte le colline all’intorno ne ripetevano l’eco.
Pinocchio ci fa ricordare i pianti prolungati di una volta, che in alcune regioni d’Italia si avvalevano anche della lamentazione artificiale, documentata, per esempio, dall’antropologo Ernesto de Martino(1999).