(contenitori di pane dell'intelletto)
In tutte le case contadine c’era la madia per il pane, la catinella del lavamano, il braciere, il tegame sul focolare: oggetti della casa di Pinocchio. Nella mostra, un significato simbolico particolare viene assegnato alla madia con i libri: contenitore del pane dell’intelletto.
Pinocchio non amava i libri ma quando decise “su due piedi” di vendere l’Abbecedario (appena comprato dal povero Geppetto, rimasto in maniche di camicia per detto acquisto) non immaginava che proprio il suo libro sarebbe stato il più letto del mondo dopo la Bibbia ed il Corano. Sin dal 1941, Alberto Savinio (alias Andrea de Chirico: fratello del più famoso Giorgio de Chirico) scrisse: “ Più di duecento traduzioni di Pinocchio sono sparse per il mondo Questa perla della nostra letteratura è stata voltata in tutte le lingue parlate e in molti dialetti”
Come Pinocchio, gli italiani non amano il libro soprattutto perché “a noi mediterranei, il sole rutilante sul cielo azzurro offre ben altre distrazioni e tentazioni”, mentre “i nordici, avvolti nel plaid accanto al caminetto con il libro in mano, dimenticano i rigori del clima e le interminabili ore di buio (Cesare Marchi, 1987).
Nella mostra si è fatto tesoro di un suggerimento di Cesare Marchi che sosteneva che dal “contatto fisico” con il libro “nasce la curiosità e spesso anche l’amore”
A tal fine, i visitatori sono vivamente pregati di toccare e sfogliare i libri, anche perché ogni libro di Pinocchio rappresenta una vera e propria mostra del mondo della memoria, degna di essere visitata. Al contrario, per evitare ogni forma di contagio, è severamente proibito di toccare Pinocchio, che non amava i libri.
Nelle mostre sono allestite madie diverse che illustrano rispettivamente il Pinocchio italiano, il Pinocchio latino e dialettale, il Pinocchio internazionale, il Pinocchio capitalista (Walt Disney), il Pinocchio comunista (N. Tolstoji), il Pinocchio proibito, ecc.
C’era
una volta………
- Un re! Diranno subito i miei piccoli lettori
- No, ragazzi, avete sbagliato, c’era una volta un pezzo di legno!
Un pezzo di legno che comincia a parlare e dice per prima cosa ahio.
Così è iniziato Pinocchio che ha conquistato prima l’Italia e poi il mondo intero.
Da una stima di Giuliano Vigini (1999) è risultato che nel novecento i libri più venduti in Italia sono stati la Divina Commedia (11-12 milioni di copie) e le Avventure di Pinocchio (9-10 milioni di copie). Da questi dati si può convalidare quanto affermato dal Cardinale Biffi di Bologna nel suo saggio (Pinocchio e la questione italiana, 1977), in cui sosteneva che il libro di Pinocchio è servito a fare gli italiani in quanto, essendo stato pubblicato subito dopo l’unità d’Italia, veniva letto da ragazzi di tutta l’Italia.
La madia contiene una copia anastatica della prima edizione del libro di Pinocchio formata da un volume di piccole dimensioni, cioè un libro minuscolo, giusto per stare in mani piccole, quasi per far sentire che il libro era adatto a lui, a sua misura.
Soltanto molti anni dopo, l’editore tedesco Ravensburger ha cominciato a rimpicciolire i libri di fiabe lanciando i minuscoli libri 8x8 (Dacia Maraini, 1995).
Finalmente nel dopo guerra, anche il libro degli adulti viene rimpicciolito per realizzare i tascabili, cioè un libro “portatile” da leggere al mare, al bar, in treno, ecc.,
Non esiste madia che possa contenere tutte le edizioni del libro di Pinocchio in lingua italiana, in cui centinaia di artisti antichi e moderni hanno illustrato il mondo rurale del passato. Esistono per esempio le illustrazioni di italiani di fine ottocento quali Mazzanti, Mussino, Chiostri nonché le illustrazioni di italiani moderni come Jacovitti, Schifano e Luzzati. Soltanto nel 1995, con la pubblicazione delle opere di Collodi sui Meridiani, Carlo Lorenzini (alias Collodi), viene finalmente consacrato tra i grandi della letteratura. Questa edizione dei Meridiani raccoglie, oltre al libro di Pinocchio, gran parte della produzione di Collodi; in questo modo viene ribadito il fatto che il capolavoro Le avventure di Pinocchio è nato tutt’altro che per caso.
Il libro di Pinocchio viene sempre più tradotto nei diversi dialetti italiani. Nel libro in dialetto calabrese, Gino Gentile, un falegname trasferito in Toscana dalla Calabria scrive: “Mi azzardo a dire che nel duemila la lingua italiana sarà un dialetto europeo e i dialetti italiani scompariranno così come sono scomparse le parlate greche, latine ed altre; questa è un’altra delle ragioni che mi ha indotto a tradurre Pinocchio in dialetto calabrese”
La madia contiene libri di Pinocchio tradotti in diversi dialetti italiani ed in latino.
La traduzione del libro Le avventure di Pinocchio in latino è opera del famoso latinista fiorentino Ugo Enrico Paoli.
In questo libro Pinocchio diventa “Pinoculus”; il suo babbo Geppetto “Iosephulus”; il Grillo parlante “Locusta-loquens”; Mangiafuoco “Ignivorus”, Lucignolo “Stuppeolus”